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La vendetta chiamato cavallo zip: la colonna sonora e le canzoni del film con Laurence Rosenthal



Stavamo tutti zitti; già, con quel vento era impossibileparlare. Ella tossicchiava di quando in quandoe fermava un pochino il cavallo; poi riprendeva iltrotto. Uno dei miei contadini e la cameriera ci seguivanoa breve distanza. Il mio servitore e un altrocontadino venivano dietro, a cento passi, per avvertircidi galoppo se fossimo stati inseguiti.




la vendetta chiamato cavallo zip



Urtai con le gambe del cavallo la grossa catenadi ferro, che sbarrava il passo e feci suonare la campanadentro la baracca di legno. Una voce dall'internociangottò non so che parole; poi, allo scarsolume del lanternino attaccato al muro, vedemmo affacciareallo sportello dell'uscio la testa barbuta delcustode, con lo sbadiglio alla bocca e gli occhi nuotantinel sonno. Pagato il pedaggio, lo sportello sirichiuse e la catena cadde a terra. Lo stradone tornòa risuonare del trotto dei nostri cavalli.


Approdammo all'isoletta dei Porri, largo scoglioquasi piano, sollevato di qualche metro fuori del mareche vi balla attorno spumante. Lo percorremmo inpochi minuti, poi ci sedemmo nel centro, dirimpettoalla spiaggia. La campagna si stendeva laggiù, laggiù,con linee larghe, con mille sfumature di verde, chesi armonizzavano insieme. Lontano, in fondo, dentrouna nuvola di vapori dorati, torreggiavano nel cieloopalino le cupole e i campanili di Spaccaforno infiammatidal sole. Il mare rumoreggiava da ogni lato dell'isolettacon urli e scrosci interrotti. Di tratto intratto vedevamo qua e là sollevarsi gli spruzzi iridatidei cavalloni irrompenti sui fianchi più bassi.


Volevo arrivare senz'essere veduto. Eh, sì! Quandofui a pochi passi dal villino, la finestra della signoraEmilia si aprì, ed ella sporse fuori il capo curiosa divedere chi mai potesse arrivare a cavallo.


Perciò nella pensione veniva chiamato il PubblicoMinistero. Le sue strampalerie divertivano, e[178]anche le osservazioni assennate che talvolta gli scappavanodi bocca, per quella specie di stizzosa ironiacon cui venivano espresse.


Lavorava febbrilmente da dieci giorni, senza rileggerenessuno dei lunghi fogli coperti della grossascrittura, che pareva un po' deformata dal frettoloso[217]movimento della mano, quando una mattina, mentrefumava seduto su un masso proprio in cima alla collina,vide montare per la viottola serpeggiante suifianchi di essa, una persona a cavallo a un mulo, dietrocui camminava un contadino, che lo stimolava conuna verga nella ripida salita. 2ff7e9595c


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